"La verità è che io vivo sempre nella mia infanzia, giro negli appartamenti in penombra, passeggio per le silenziose via di Uppsala, mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi. Mi sposto con la velocità di secondi. In verità, abito sempre nel mio sogno e di tanto in tanto faccio una visita alla realtà".
Ingmar Bergman, “Lanterna Magica”
Ingmar Bergman, nasce nel 1918 a Uppsala, il 14 luglio, figlio del cappellano della corte reale Erik Bergman e di una ragazza di origini contadine, da subito iniziato alla religione e a tutta la severità che il credo luterano comporta nella regione svedese.
La sua infanzia è costellata di viaggi al seguito paterno, costretto a spostarsi da un paese all’altro, come la diocesi comandava.
Per queste ragioni, oltre che per le punizioni anche fisiche che gli vengono inferte dal padre, Ingmar sviluppa una sorta di amore - odio verso la religione, ed un odio profondo verso il padre (sembra che venisse rinchiuso nell'armadio).
Questo fatto lo condizionerà fortemente, soprattutto nei rapporti sociali che avrà nel suo futuro, un esempio abbastanza chiaro lo abbiamo quando, a diciannove anni, si iscrive all'Università di Stoccolma, dove mostra chiaramente il fatto di non avere intenzioni di integrazione sociale con i coetanei, da un immagine di sé introspettiva e a volte contraddittoria, soprattutto per quando concerne il fatto religioso, tema portante poi della sua filmografia futura.
Dopo la maturità ed il servizio militare, Ingmar si iscrive a storia della letteratura e la sua tesi di laurea riguarda l’amatissimo Strindberg, autore che non lo lascerà mai più.
Se non fosse per il fatto che la sua cultura appartiene prettamente ad una cultura nordica, il suo comportamento in questi anni potrebbe definirsi tranquillamente "bohemièm", il giovane Bergman diventa un artista libero, non si preoccupa più di tanto di vivere agiatamente quanto di vivere secondo i suoi interessi e le sue aspettative, questo lo porterà sempre più vicino agli studi teatrali e musicali, fedele ai suoi principi però non si lascerà troppo prendere dall’Università, che abbandona ben presto, ma da un suo gusto di libertà nel mettere in scena, una visione tutta particolare che riversa soprattutto all’interno dei drammi dell’onnipresente Strindberg.
Non si preoccupa molto della gente, men che meno della famiglia, tanto che si lega sentimentalmente ad una giovane attrice, Maria e non importandosene se era spostato o no decidono di prendere una camera in affitto insieme, fatto che porta ad una rottura di oltre quattro anni con il padre, tira dritto per la sua strada e, inaspettatamente, si fa conoscere sempre di più come artista alquanto “radicale”, il pubblico inizia ad assistere alle sue regie, apprezzandone la forza e l’introspezione esasperata, ed anche il suo nome inizia a farsi strada su bocche influenti e di importanza vitale per la sua carriera.
Nel frattempo cerca lavoro anche in campo musicale, il teatro d’opera lo assume, senza stipendio, come aiuto regia e solo dopo come suggeritore.
La forza e la tenacia danno ora buoni frutti, infatti i maggiori teatri della città lo vogliono a dirigere i loro spettacoli, ma a fermarsi ed accontentarsi di questo, Ingmar, proprio non ci sta, scrive così una commedia, nel 1942, di argomento satirico e osceno, volontariamente provocatoria, che racconta la relazione tra un sacerdote e una spogliarellista.
Non si sa se Ingmar lo ha fatto apposta, comunque lo scandalo che suscita è la pubblicità migliore che può capitargli, tutta la città e non solo, conosce ora il nome di Ingmar Bergman, regista teatrale originale e provocatorio.
Nel 1943 conviene a nozze con Else Fischer, ballerina e coreografa, e nasce sua figlia Lena.
Bastano pochi mesi e si rimette al lavoro in un’altra pièces per il teatro, ormai ha il controllo completo e può permettersi di mettere in scena qualunque cosa.
La commedia si intitola "Hets - Tormento", un'allegoria non tanto velata anti – nazista, che mira a mettere alla berlina le barbarie e le atrocità che si stanno consumando nel continente e nella vicina Norvegia (Hitler l’aveva conquistata con i paracadutisti pochi anni primi).
Sarà grazie sempre ad un dramma, che Bergman inizierà ad avere l’idea di girare per il cinema, infatti con"La morte di Punch" del 1942, riesce ad avere le prime notizie dallo Svensk Filmindustri, che nel 1943 lo ingaggia come sceneggiatore, anche se all’inizio sarà solo un lavoro di ripulitura da errori e mancanze di altri scrittori.
Le strade iniziano ad incrociarsi, infatti il primo grande regista Svedese Alf Sjöberg, decide di portare sulle scene la sceneggiatura di Bergman che aveva tanto impressionato la produzione, permettendogli di avere il ruolo di assistente alla regia, prima esperienza cinematografica su un vero set per il giovane Ingmar.
Deve attendere ancora 2 anni, però, per potersi cimentare in prima persona con la macchina da presa, il film è tratto da “La bestia madre” di Leck Fischer e dà prova da subito della sua attenzione verso le tematiche e le problematiche spirituali dei giovani a lui contemporanei e soprattutto sembra che abbia una grande inclinazione verso il genere neorealistico, nonostante tutto il film è un completo insuccesso, soprattutto per gli innumerevoli inconvenienti avvenuti sul set durante la lavorazione.
Lo stesso Bergman avrà a dire a proposito di questa esperienza: "Se me lo avessero chiesto, avrei tratto un film anche dall'elenco del telefono".
Continua con il suo lavoro di sceneggiatore, spaziando nei generi, sino a che decide che ormai ha appreso proprio tutto da questa esperienza e studia le pellicole che ritiene più importanti degli autori contemporanei.
Lascia la Filmindustri Svedese e trova una nuova occasione nel produttore indipendente Lorens Marmsted, realizzando così “Piove sul nostro amore” nel 1946.
Decide di prendersi, a questo punto, una pausa riflessiva, tornando alla sua antica passione, il teatro.
Si trasferisce a Goteborg dove viene nominato primo regista del teatro e debutta con Caligola di Camus, mettendo poi in scena una quantità spropositata di suoi drammi.
Sempre grazie alla strenua fiducia che il produttore Marmsted ripone nelle sue capacità, realizza altri due film, “La Terra del Desiderio” e “Musica nel buio” entrambi del 1947.
La Svensk Filmindustri, visti i notevoli progressi del loro antico dipendente decidono di commissionargli le sceneggiature “La furia del peccato” ed “Eva” diretti poi Gustaf Molander, ed in seguito si fidano a proporgli la regia del film “Città Portuale” del 1948, da un romanzo di Olle Lansberg.
Bergman non deve avere avuto una particolare fortuna con la Filmindustri, dato che l’ennesimo fallimento ne decreta un’altra espulsione dal loro entourage di produzione.
Ricorre allora alla vecchia amicizia di Marmstedt che riesce a realizzare “La Prigione” del 1949, tratto da un suo stesso soggetto e primo film importante nella sua carriera.
Probabilmente si sente prossimo alla sensazione di una bandiera nel mare, dato che grazie al non disprezzabile successo del film, la Svensk Filmindustri lo richiama, permettendogli di realizzare quattro film in due anni: “Sete” da un racconto di Birgit Tengroth, “Verso la gioia”, “Ciò non accadrebbe qui” e “Un' estate d'amore” nel dittico annuo 1949 - 1950.
L’incontro più importante della sua prima parte di carriera è alle porte, l’incontro con il regista svedese Victor Sjostrom, porta un nuovo alito di novità nella vita del regista, l’anziano regista accetta infatti di recitare in alcuni dei suoi film.
La sfortuna si accanisce ancora una volta sulla testa di Ingmar l’anno dopo, quando per proteste contro il governo Svedese, l’intera produzione cinematografica si ferma per protesta e questa volta nemmeno Marmstedt, che gli affida la direzione artistica del suo teatro, riesce a salvarlo, poiché dopo alcuni fiaschi teatrali, si deve abbandonare all’idea di un parziale fallimento della sua carriera.
A questo aggiungiamo che la relazione con la giornalista Gun Hagberg, porta la nascita di una figlia e Bergman si vede così costretto a mantenere due mogli e cinque figli.
Le nubi si erano fatte fitte all’orizzonte, ma come vennero, sparirono senza lasciare traccia, o quasi, dato che, appena finita la crisi, la Filmindustri produce “Donne in Attesa” e “Un'estate d'amore”, entrambi ispirati alla relazione intensa avuta con Gun.
Il momento della svolta decisiva è arrivato, da regista a malapena noto in Europa, ma già di grande popolarità nel suo paese, Bergman, con l’assunzione come regista dello Stadsteater di Malmoe, fa la conoscenza dei suoi attori feticcio che porterà in quasi ofni film successico, essi sono ovviamente Gunnel Lindblom, Max von Sydow, Ingrid Thulin, Harriet e Bibi Andersson.
La carriera di regista iniza a farsi più assidua, per non dire frenetica, contando che per i prossimi otto anni è primo regista del teatri di Malmoe, escono a getto continuo “Una vampata d'amore” e “Una lezione d'amore”, non ha un minuto di riposo e nel 1955 esce “Sogni di donna” e, poco dopo, il suo primo capolavoro, che porta il suo nome in giro per l’Europa, la commedia “Sorrisi di una notte d'estate”, premiata al Festiva del Cinema di Cannes.
Grazie all’insperato successo di questo film, lo stesso Bergman disse di aver appreso dai giornali la vittoria del suo film, la Filmindustri si azzarda a concedergli trenta giorni di tempo per realizzare “Il Settimo Sigillo”, siamo nel 1956 e ad il suo secondo capolavoro.
Per una volta la produzione ha scommesso sul cavallo vincente, poiché vince il premio speciale a Cannes, più una sterminata fila di riconoscimenti in Francia, in Italia ed in Spagna.
Con l’inizio del vero successo cinematografico, Bergman da il via ad una lunga meditazione sulla questione religiosa che lo ossessiona sin dall’infanzia.
È da questo clima che nel 1957 realizza il terso capolavoro consecutivo, “Il Posto delle Fragole”, luogo della memoria e della vita passata, Orso d'Oro a Berlino e premio della critica a Venezia, più il premio speciale all’ultima interpretazione del suo amico e regista Victor Sjostrom., che morirà poco dopo.
Un altro premio arriva da Cannes l’anno seguente per “Alle soglie della vita” (migliore regia), premio analogo conferitogli al Festival di Venezia per “Il Volto” del 1959.
Periodo di altri cambiamenti e rivoluzioni nella vita sentimentale e lavorativa di Bergman è questo 1959, infatti segna la fine della sua collaborazione con il teatro di Malmoe, ed un nuovo inizio, con relativo filglio (Daniel) con la pianista Kabi Laretei.
L’importanza a livello internazionale dei suoi film si fa crescente, ed il pubblico riscopre anche i film precedenti, imparando ad apprezzare sempre maggiormente la forte poetica del regista svedese.
Arriva “La fontana della Vergine” del 1960 che porta il primo Oscar come film straniero, e dello stesso anno è anche “L'occhio del diavolo”.
Da cui in poi ci sarà un periodo, abbastanza lungo, se consideriamo lo spirito che anima Bergman, di quiete finanziaria e sentimentale, poiché, grazie alla fama ottenuta, viene chiamato a lavorare al Dramatiska Teater di Stoccolma, diventandone in seguito suo direttore. Nel 1961 realizza “Come in uno specchio”, che va ad inanellare un’altra tappa fondamentale, infatti il film è girato sull'isola di Faro, da dove ancora oggi il regista non accenna a spostarsi.
Il film, oltre che avere il merito di aver fatto scoprire “il luogo della memoria” Bergmaniana, è anche il primo capitolo di una trilogia religiosa che ancora oggi non smette di suscitare polemiche sul loro significato; il film vince ancora un Oscar come miglior film straniero, e, successivamente, viene premiato anche a Berlino. Il secondo capitolo della trilogia è “Luci d'Inverno” del 1962 vincitore ancora a Berlino ed a Vienna, seguito l'anno successivo del film più censurato di questo regista “Il Silenzio”, si gridò allo scandalo soprattutto per alcune scene saffiche e per una masturbazione di Ingrid Thulin in chiesa.
Come per scacciare un fantasma incombente, Bergman interrompe bruscamente la serie di drammi, per girare “A proposito di tutte queste signore”, è il 1964.
Un tentativo, probabilmente, di allontanare le paure che di li a poco lo schianteranno in una grave depressione, sino ad un ricovero in ospedale; Come se non bastasse, proprio in convalescenza, scrive il dolente dramma “Persona” che meglio non potrebbe chiarire il suo stato d’animo, il film sarà realizzato appena fuori dall’ospedale.
Inizia anche la sua relazione con l'attrice Liv Ullman, dalla quale nasce la figlia Lynn, che va ad unirsi ad una lunghissima serie di figli, relazioni e mogli che sembra non arrestarsi.
Con la depressione, parzialmente, debellata, Bergman si concede un film all’anno, e così escono, senza ripetere il successo precedente, “L'ora del lupo” (1966), “La Vergogna “(1967), “Il rito” (1968, film per la televisione), “Passione” (1969, primo lungometraggio a colori), un documentario per la Tv svedese sull'isola di Faro, “L'adultera” (1970), quest’ultimo non riesce a rinverdire i fasti di Bergman presso il pubblico americano.
Con la relazione di Liv Ullman alle spalle, si risposa con Ingird von Rosen.
Succede ora un fatto strano, infatti, a corto di soldi, fuggito dal paese per i creditori, senza avere nessuno a cui appoggiarsi, un altro miracolo va ad aiutarlo a risorgere, infatti una casa di produzione di film Porno-Soft, decide di finanziare quello che è poi diventato il capolavoro assoluto della carriera del regista “Sussurri e Grida” del 1972, (hanno comunque partecipato al finanziamento lo stesso Bergman e le attrici del film), che si rivela essere anche un successo mondiale, più dei precedenti e vincitore di numerosi premi.
Il regista, a proposito di questo film, ha più volte ribadito: “Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, ma non Sussurri e Grida, secondo me il rosso è il colore dell’anima”.
Il successo di quest’ultimo gli ridona il prestigio perduto, però non si fida più a girare per il cinema e si affida sempre di più alla nascente televisione svedese, regalandoci il bellissimo “Scene da un matrimonio”, nato come film ad episodi per la TV e gonfiato poi dal regista in un film di quasi tre ore; sempre per la televsione, nel 1974 il regista realizza finalmente il suo sogno di portare sullo schermo Il Flauto Magico di Mozart, in una versione in svedese (l’originale libretto di Shikaneder era in tedesco), incastonando una pietra miliare nella storia dell’opera e del film-opera.
Seguono poi due drammi psicologici come “L'immagine allo specchio” del 1976 e “L'uovo del serpente” sempre dello stesso anno e commissionato da Dino de Laurentiis.
Se prima era dovuto fuggire con i creditori per mancanza di soldi, ora deve scappare un’altra volta perché ne ha accumulati troppo, infatti il 30 gennai di quell’anno il fisco inizia a dargli seriamente fastidio, tanto che i nervi non reggono e lui viene, nuovamente, ricorverato in un ospedale psichiatrico, questa volta però non scrive nessun dramma per farci partecipi delle sua angustie.
Nel 1977 ritorna a Faro, e si dedica alla realizzazione del film Sinfonia d'Autunno, unico film con la sua omonima Ingrid Bergman, e la fortuna gira ancora dal suo versante, dato che anche il fisco lo lascia in pace, finalmente.
Siamo alla fine della sua carriera cinematografica e all’inizio di quella televisiva, infatti i suoi ultimi due film per il grande schermo sono “Un mondo di marionette” del 1980, seguito l'anno successivo dal monumentale Fanny e Alexander, film televisivo autobiografico di quasi cinque ore; la versione cinematografica fu ridotta a tre ore, e portò a Bergman quattro premi Oscar, considerato come il testamento cinematografico del grande regista svedese, questo film ne costituisce anche la sintesi più felice di tutta la poetica che Bergman ha stillato all’interno dei suoi film, sin dai primi passi con la Filmindustri.
Completamente dedicato alla televisione, realizza “Dopo la prova” (1983), “Il Segno” (1985), “Il volto di Karin” (1986).
Ma anche la televisione non costituisce più, per lui, una grande attrattiva e ritorna al teatro, firmando però alcune delle sceneggiature di film più significative degli ultimi anni, come “Con le migliori intenzioni” diretto da Billie August, nel 1991 e Conversazioni Private diretto dalla ex-moglie Liv Ullman, nel 1998.
Solo nel 1997 torna indietro e viene convinto, sempre dalla televisione, a realizzare “Vanità e affanni” trasmesso da noi su Raiuno.
Sempre per Liv Ullman, ancora alle prese con una regia, scrive il bellissimo “L'infedele”, che rispecchia, se ce ne fosse ancora bisogno, tutta la grande arte di Ingmar Bergman.
Dal quel giorno in poi si è dedicato principalmente al teatro senza più curarsi del cinema.
"Chiunque faccia cinema dovrebbe avere uno scopo, cioè quello di avvicinarsi il più possibile allo spettatore, di toccarlo il più profondamente possibile. Quella che io chiamo "la tecnica", consiste nel sapere esattamente come toccare lo spettatore.."
La sua filmografia competa è:
Saraband (2003) (per la TV)
Bildmakarna (2000) (per la TV)
Larmar och gör sig till - Vanità e affanni (1997) (per la TV)
Sista skriket (1995) (per la TV)
Backanterna (1993) (per la TV)
Markisinnan de Sade (1992) (per la TV)
Dokument Fanny och Alexander (1986)
De Två saliga - Il segno (1986) (per la TV)
Karins ansikte - La faccia di Karin (1984)
Efter repetitionen - Dopo la prova (1984) (per la TV)
Hustruskolan (1983) (per la TV)
Fanny och Alexander - Fanny e Alexander (1982)
Aus dem Leben der Marionetten - Un mondo di marionette (1980)
Fårö-dokument 1979 (1979) (per la TV)
Höstsonaten - Sinfonia d'autunno (1978)
The Serpent's Egg - L'uovo del serpente (1977)
Ansikte mot ansikte - L'immagine allo specchio(1976)
Trollflöjten - Il flauto magico (1975)
Misantropen (1974) (per la TV)
Scener ur ett äktenskap - Scene da un matrimonio(1973)
Viskningar och rop - Sussurri e grida (1972)
Beröringen - L'adultera (1971)
Fårödokument 1969 (1969) (per la TV)
En Passion - Passione (1969)
Riten - Il rito (1969) (per la TV)
Skammen - La vergogna (1968)
Vargtimmen - L'ora del lupo (1968)
Stimulantia (1967) (L'episodio "Daniel")
Persona (1966)
"Don Juan" (1965) (miniserie TV)
För att inte tala om alla dessa kvinnor -A proposito di tutte queste... signore (1964)
Tystnaden - Il silenzio (1963)
Nattvardsgästerna - Luci d'inverno(1963)
Ett Drömspel (1963) (per la TV)
Såsom i en spegel - Come in uno specchio (1961)
Djävulens öga - L'occhio del diavolo (1960)
Jungfrukällan - La fontana della vergine (1960)
Oväder (1960) (per la TV)
Ansiktet - Il volto (1958)
Rabies (1958) (per la TV)
Venetianskan (1958) (per la TV)
Nära livet - Alle soglie della vita (1958)
Smultronstället - Il posto delle fragole (1957)
Herr Sleeman kommer (1957) (Per la TV)
Det Sjunde inseglet - Il settimo sigillo (1957)
Sommarnattens leende - Sorrisi di una notte d'estate(1955)
Kvinnodröm - Sogni di donna(1955)
En Lektion i kärlek - Una lezione d'amore (1954)
Gycklarnas afton - Una vampata d'amore (1953)
Sommaren med Monika - Monica e il desiderio(1953)
Kvinnors väntan - Donne in attesa(1952)
Sommarlek - Un'estate d'amore(1951)
Sånt händer inte här (1950)
Till glädje (1950)
Törst - Sete (1949)
Fängelse - Prigione (1949)
Hamnstad (1948)
Musik i mörker (1948)
Skepp till India land - La terra del desiderio (1947)
Det regnar på vår kärlek (1946)
Kris (1946)
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