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Roman Polanski
Nasce da una famiglia di emigrati polacchi che si trasferisce a Cracovia due anni prima dell'avvento della Seconda Guerra Mondiale. Quando i nazisti arrivano in Polonia, tutta la famiglia viene rinchiusa in un ghetto.
Nel 1941 sua madre viene prelevata dalle SS e deportata ad Auschwitz, dove morirà. A sette anni riesce a fuggire dal ghetto di Varsavia, aiutato dal padre che rivedrà solo molti anni dopo. Riesce a sopravvivere nonostante le terribili esperienze subite, una tra queste quando viene preso di mira da un gruppo di soldati tedeschi che si diverte a prenderlo come bersaglio e a vederlo saltellare terrorizzato per evitare i colpi. Dopo fughe e una vita difficile, Polanski entra alla scuola di cinema di Lodz nel 1957 e nel frattempo lavora come attore.
Si diploma nel 1959 dopo aver girato come studente degli originali cortometraggi. Nel 1962 esordisce con un lungometraggio, "Il coltello nell'acqua". Nel 1965 si trasferisce in Inghilterra per realizzare "Repulsion" il film vince l'Orso d'argento al Festival di Berlino e segna l'inizio della sua collaborazione con lo sceneggiatore Gérard Brach.
Nel 1966 è la volta di "Cul-de-sac" premiato con l'Orso d'oro a Berlino. Nel 1968, dopo aver divorziato dall'attrice polacca Barbara Lass, sposa a Londra l'attrice americana Sharon Tate che sarà la protagonista di "Per favore ... non mordermi sul collo!" (1967).
Il successo continua con il suo trasferimento in America. Qui dirige l'opera che gli dà molta notorietà, "Rosemary's Baby" (1968).
Nel 1969 la tragedia lo colpisce ancora duramente. Il 9 agosto la setta satanica capeggiata da Charles Manson irrompe nella sua villa di Los Angeles e uccide barbaramente la moglie incinta di otto mesi. A Polanski occorrono due anni per riprendersi dal terribile choc. Nel 1974 ottiene una nomination all'Oscar per la regia per "Chinatown", uno dei suoi film più famosi.
Nel 1976 è costretto a trasferirsi in Europa per motivi giudiziari - viene accusato di aver sedotto una modella di soli 13 anni - e da allora non è più tornato negli Stati Uniti. In Europa gira "L'inquilino del terzo piano" (1976), da lui stesso interpretato.
Nel 1981 si dedica al teatro mettendo in scena e interpretando "Amadeus" di Peter Schaffer. Nel 1984 pubblica la sua autobiografia "Roman by Polanski". Il successo ritorna con "Frantic" (1988), dove Harrison Ford interpreta il ruolo di un medico americano che giunto a Parigi per un congresso, si accorge che la moglie è stata rapita.
Nel 1992 è la volta del torbido "Luna di fiele", un dramma che affonda nella perversione sessuale di una coppia in crociera sul Mediterraneo. Nel 1993 riceve il Leone d'Oro alla carriera. Nel 1999 torna a giocare col genere demoniaco, "La nona porta", interpretato da Johnny Depp, mentre nel 2002, con "Il pianista" (David di Donatello 2003 come miglior film straniero) affronta il tema dell'Olocausto, da lui vissuto in prima persona.
Il film riceve nove candidature all'Oscar 2002 e si aggiudica tre statuette: miglior regia per lo stesso Polanski, miglior attore protagonista (Adrien brody) e miglior sceneggiatura non originale (Roman Harwood). Attualmente è sposato con l'attrice francese Emmanuelle Seigner da cui ha avuto due figli, Morgane e Elvis.