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Cinema dal passato
La retrospettiva del Festival di quest'anno si preannuncia tra le migliori delle passate edizioni.
Ad aprire la rassegna sarà il capolavoro di Jules Dassin, Rififi, primo film interamente francese del regista, che era emigrato in america anni prima.
Un film, questo, di forte impatto, costruito su una macchina perfetta di stile americano, trapiantata in francia con grande efficacia, contiene tutti i caratteristici personaggi del genere noir di allora, compreso il lieto fine mancanto per un pelo.
Tratto da uno dei romanzi più famosi di André le Breton e cosceneggiato da Dassin (che interpreta il personaggio dello scassinatore traditore) e daWheeler.

Jules Dassin RIFIFI (1955)
Con Jean Servais, Carl Mohner, Magali Noel, Jules Dassin


Saltiamo drasticamente nel genere e veniamo trasportati nel west da uno dei più grandi registi di sempre, stiamo parlando di El Dorado di Howard Hawks, quasi un remake del suo capolavoro Un dollaro d'onore.
Rispetto al precedente, oltre al cambio di attore (Robert Mitchum al posto di Dean Martin), cambia anche il registro in cui la storia ci viene raccontata, infatti tutti i toni che facevano dell'altro una storia quasi tragica cono smorzati da una ironia e da un divertimento nel raccontare i personaggi invacchiati di otto anni che ci ricorda l'Hawks delle commedie brillanti.

Howard Hawks EL DORADO (1968)
Con John Wayne, Robert Mitchum, James Caan, Arthur Hunnicutt.


Ci avviamo verso la contestazioni, alla ribellione, un film che ha segnato una intera generazione, il più bel lavoro di Hopper è sicuramente questo Easy Rider, storia on the road di un gruppo di motociclisti che, dopo aver venduto una partita di droga, si dirigono a bordo delle loro Chopper (le tipiche moto anni '60 con manubri alti e allungate) al carnevale di New Orleans attraversando non solo gli States, ma altrettante fasi della loro vita di ribelli.
Film mitizzato che porta lo spettatore attraverso vari livelli della droga e della musica (Steppenwolf, Byrds, Jimi Hendrix e Bob Dylan), contribuì a fare di Jack Nicholason una star.

Dennis Hopper EASY RIDER (1969)
Con Peter Fonda, Dennis Hopper, Jack Nicholson, Luana Anders.


Altro classico, della comicità stavolta, del più originali dei registi americani, al suo secondo film, Allen, si cimenta con la satira, fatta secondo i suoi stili di finte interviste, taglienti dichiarazioni contro la tirannia e la politica e gag ormai celebri come quella dell'edicola e facendo esordire un Sylvester Stallone giovanissimo nelle vesti di un teppistello.
Woody Allen BANANAS - Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971)
Con Woody Allen, Luise Lasser, Carlos Montalban.


Primo film della trilogia della vita (gli altri sono I racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte), pasolini adatta alcune delle più celebri novelle scritte da Boccaccio, trasportando tutta l'azione da Firenze a Napoli e privilegiando la bellezza dell'atto sessuale senza tabù.
Inevitabilmente il film si è portato dietro una serie di polemiche (persino una richiesta di sequestro) che non hanno fatto altro che ingrandirne la fama e mostrarci indegni di un simile gioiello.
Alla colonna sonora c'è anche Pasolini che ha collaborato insieme ad Ennio Morricone.

Pasolini IL DECAMERON (1971) Con Franco Citti, Ninetto Davoli, Angela Luce, Silvana Mangano.


Mentre in Italia si protraevano ancora le polemiche per il film di Pasolini, in Inghilterra, il grande Hitch, faceva uscire nelle sale uno dei suoi film più violenti ed espliciti, infatti Frenzy costituisce una sorta di unicum nella filmografia del regista, forse un periodo di crisi, forse una serie di influenze (Arancia Meccanica era dell'anno prima) oppure un modo per mostrare a viso aperto i fantasmi del passato, la mano del grande Hitchcock in questo film si fa vedere sempre in maniera invisibile, cosa che non ne ha pregiudicato il successo comunque.

Alfred Hitchcock FRENZY (1972)
Con Jon Finch, Alec McCowen, Barry Foster.


Creato per la televisione e poi gonfiato, lo splendido esordio di Spielberg è caratterizzato da un film, anche questo, on the road, viaggio allucinante di un automobilista inseguito da un camionista che non viene mai mostrato, dove il camion diventa, inconsciamente, rappresentazione di tutte le paure dell'uomo verso un mondo tecnologico.

Steven Spielberg DUEL (1973)
Con Dennis Weaver, Jacqueline Scott, Eddie Firestone.


Anni d'oro quelli '70, ci hanno regalato enormi capolavori e ci hanno fatto scroprire il talento e la genialità di registi che negli anni hanno fatto grandi cose, tra i capolavori va sicuramente annoverato questo film di Peter Weir, ispirato ad un fatto realmente accaduto agli inizi del '900, su una leggenda che è sicuramente affascinante.
Un film immerso nella natura e nel fascino dell'atmosfera australiana, che ci ha permesso di scoprire il cinema australiano e che arriva già a definire in maniera netta quelle che saranno poi tutte le tematiche del regista (vedi anche Mosquito Coast e Master and Commander) del conflitto tra la cultura dell'uomo e la natura in tutta la sua terribile bellezza.

Peter Weir PICNIC AT HANGING ROCK (1976) Con Rachel Roberts, Dominic, Guard, Helen Morse.


Film che ha segnato una intera generazione della Nouvelle Vague, forse non il capolavoro di Oshima, ma sicuramente il film che più ha rappresentato il cinema giapponese di quegli anni nel mondo.
Girato in Giappone, montato in francia e mai distribuito nel suo paese per molti anni, si racconta la storia della serva Abe Sada che arriva ad evirare il proprio amante e signore per tenerlo sempre con lei.
Fatto anche questo ispirato ad un fatto che fece scalpore nel benpensante mondo di allora, che contribuisce a distruggere l'ideale della società giapponese e radicalizza i mostri che avrebbero poi distrutto quel mondo secolare.
Gli attori non poterono più girare un film, additato come pornografico ebbe innumerevoli guoi finanziari, Oshima poi girò poi L'impero della passione con minore efficacia e più stile, non raggiungendo però queste vette.

1976 Naghisa Oshima AI NO KORRIDA - Ecco l'impero dei sensi Con Tatsuya Fuji, Eiko Matsuda, Aoi Nakajima.


Il film che scosse tutto il mondo del cinema francese, sonoro ma senza un dialogo, si può leggere su più livelli, compreso quello dell'incomunicabilità dell'essere umano, fece conoscere il ventiquattrenne Besson a tutto il mondo, diventando l'icona di tutto il cinema violento che ci ha purtroppo ammorbato dall'83 in poi.

Luc Besson LE DERNIER COMBAT (1983) Con Pierre Jolivet, Fritz Wepper, Jean Reno.


Per fortuna non esistono solo i Besson in Francia, ma anche gli Arcand, al suo primo film internazionale il regista fa parlare i propri personaggi di sesso e di uomini, dividendoli in altrettanti categorie, gli uomini i primi e le donne i secondi.
Non sempre tutto va a centro, ma risulta un film che sicuramente e piùche piacevole e da un idea abbastanza chiara della totale confusione di valori di allora.
Arcando girera una specie di seguito vent'anni dopo (Le invasioni barbariche) che lo porteranno finalmente nell'empireo dei grandi francesi.

Dennis Arcand LE DECLIN DE L'EMPIRE AMERICAIN - Il declino dell'impero americano (1986)
Con Dominique Michel, Dorothée Berryman, Pierre Curzi.


La rassegna di cinema dal passato si chiude, in ordine temporale, con il film del più importante regista iraniano contemporaneo, più volte imitato ma molto raramente eguagliato, in cui tutto è armonia e bellezza, dove non servono grandi polveroni per amare la storia.
Abbas Kiarostami TA'M E GUILASS - Il Sapore della Ciliegia (1997)